mercoledì 7 dicembre 2011

Degustivina 2011

E' giunta quest'anno alla sua XII edizione e si è conclusa con oltre 5000 ingressi, la manifestazione organizzata da Enos che fa da vetrina ai produttori siciliani del vino di qualità.
Un'edizione rinnovata, quella di quest'anno.
Alla formula tradizionale che vede i produttori vitivinicoli confrontarsi con i consumatori finali si è affiancata la presenza di produttori di specialità gastronomiche siciliane. Non solo vino, dunque, ma anche olio, formaggio, pesce e la nostra famosa cucina di strada.
Infine un'evento nell'evento, il Wine Cooking Show, anche questo aperto al pubblico ma ad un gruppo ristretto. Uno spazio riservato per la degustazione di piatti preparati live dallo chef Marcello Valentino, utilizzando i prodotti del territorio. Ad ogni piatto un vino in abbinamento, raccontato dai sommelier.
L'accesso al pubblico è stato aperto il 2 e 3 dicembre dalle 17 alle 22 e domenica 4 dalle 10 alle 17.
Prezzo d'ingresso: 15 euro, comprensivi di bicchiere da degustazione, 5 assaggi di vino e 5 di prodotti agroalimentari.
IN TEORIA ... già perchè in pratica è successo qualcosa di diverso.
Lo scopo di Degustivina dovrebbe essere quello di fornire emozioni e gusto ad un numero sempre crescente di siciliani ma senza "ressa ai cancelli". Insomma un evento in stile. E nelle intenzioni di Enos questo effettivamente doveva essere. Ma purtroppo la formula che prevedeva un numero limitato di assaggi, 5 appunto, non è servito. La responsabilità l'attribuisco a 2 componenti. La prima è la difficoltà di rieducare gli ospiti del Degustivina che fino allo scorso anno non ha avuto paletti. La seconda, più grossa, è da attribuire alle aziende presenti, non incisive nel chiedere il ticket per l'assaggio, molto flessibili nell'accettare anche i ticket per la degustazione gastronomica (questo nel migliore dei casi) o nell'accettare di versare fino a 10 assaggi con un solo ticket. Flessibilità questa che non ha giovato nè alle aziende nè allo stile della manifestazione. Ai banchetti si sono letteralmente affollati gruppi di giovani ai quali non importava nulla di sapere quale vino stessero bevendo. Al massimo chiedevano "un rosso molto forte". Ho visto deglutire anche il vino versato per avvinare, prosecco servito caldo. Non ho avvertito differenza tra un produttore di vino e un barman da discoteca. Il target era per lo più quello. Peccato che dall'altra parte del banchetto c'erano produttori costretti a sorridere nonostante lo sperpero di fiumi di vino da 40 euro a bottiglia, nonostante la mortificazione del lavoro che c'è dietro ognuna di quelle etichette.
A chiusura manifestazione ancora giovani a vomitare.
Mi dispiace essere così critica ma una degustazione in questo stile non la trovo utile. Non sono d'accordo con chi dice che i giovani saranno i nuovi consumatori di vino di qualità. Almeno in Sicilia. Qui i giovani non hanno grandi disponibilità economiche e grazie alle condizioni meteorologiche favorevoli e alla mancanza di un lavoro amano uscire tutte le sere. Questo binomio si traduce sinteticamente in "bere spesso e a poco prezzo".
Non credo che un produttore di vino di qualità debba scendere a questi compromessi per vendere. Per questo target esistono le taverne.
Un consiglio per Enos: Potenziare il Wine Cooking Show, è un'ottima iniziativa, la più utile. Per quanto riguarda la formula standard invece sarò impopolare, soprattutto in periodo di crisi, ma il migliore selezionatore naturale resta sempre il prezzo. Costo minimo 40 euro.

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